Il significato"terapeutico" legato all'uso dei cristalli non può e non deve essere quello biomedico di strumenti per la cura di patologie o disturbi e alterazioni psichiche. La timidezza, e tantomeno la depressione, non si combattono portando una pietra al collo.
Lo scopo del rituale della cristalloterapia è un altro, ossia quello di rendere la persona psicologicamente fragile consapevole della propria condizione di salute, del proprio stato d'animo, della propria personalità e della propria visione della vita e aiutarla ad avviare un processo di cambiamento (ossia di guarigione) nel quale potrà essere sostenuta psicologicamente per giungere alla condizione fisica o psichica che intende realizzare.
Tale realizzazione, però, non può e non deve essere opera del cristallo, che funge solo da supporto simbolico, ma della iniziativa individuale e dell'impegno della persona a modificare la propria visione delle cose, a cambiare e ad avviarsi verso un processo consapevole e razionale di miglioramento della qualità della sua vita. Per questo motivo chi utilizza questo rituale deve avere la competenza e l'esperienza utile per fornire un supporto educativo e formativo che richiede molta saggezza, maturità, cultura generale e specifica in materia di comunicazione e psicobiologia. Tutte qualità che si sviluppano con anni di studio e di esperienza seria, e non semplicemente tramite un corso in due weekend.
Infatti, se davvero il cristallo venisse utilizzato come rimedio per la cura di qualsiasi condizione fisiopatologica alterata, fisica o psichica, esso si configurerebbe come un farmaco, e se chi lo propone non è un medico, si realizzerebbe la fattispecie penale del reato di esercizio abusivo della professione medica.
Tutte le nostre Scuole, riconosciute dalla Federazione Italiana Naturopati, insegnano la modalità corretta di intendere il concetto di "terapia" al di fuori dell'ambito medico-sanitario, e illustrano il significato di queste discipline secondo una visione scientifica e rispettosa del prossimo, sottolineando le differenze con l'approccio da ciarlatani con cui anche questa disciplina viene abitualmente insegnata.