La notizia che circola negli ambienti alternativi riporta che "il Press Information Bureau (PIB) del Government of India ha dato indicazione di utilizzare il rimedio omeopatico Arsenicum album 30ch come mezzo di profilassi per contrastare la sindrome da Coronavirus che dalla Cina sta raggiungendo anche l’India.
Le modalità di assunzione che suggeriscono di seguire sono una dose di Arsenicum album 30ch al giorno, a stomaco vuoto, per tre giorni. L’assunzione può essere ripetuta dopo un mese con le stesse modalità se l’infezione dovesse continuare a espandersi".

Si osservi come Questo "PIB" non è il Ministero della salute indiano, ma un poco credibile "ufficio stampa" del Governo indiano. Strano.

La modalità di scelta del rimedio è clamorosamente contraria ai principi omeopatici, i quali curano la persona con rimedi personalizzati e non allopaticamente con un solo rimedio per tutti. 

Ma quello che ci preme sottolineare è, ancora una volta, la stupidità dell'atteggiamento di chi vuole sfruttare anche questa notizia per portare acqua al mulino dell'omeopatia, sottolinenando la straordinaria diffusione di questa "medicina" in India e l'esistenza di ospedali omeopatici.

 Non è vero: l'India è un paese di antiche tradizioni dove il farmaco più diffuso è il sacrificio di un animale da cortile, e i rimedi utilizzati sono innumerevoli, ossia tutti quelli che siano alla portata delle condizioni economiche e culturali della popolazione. 

Non esistono Ospedali omeopatici, in nessuna parte del mondo, al di là del pittoresco nome che qualche irresponsabile medico può attribuire loro (come il leggendario Royal Homeopatic Hospital londinese), perchè nessun ospedale cura solo con farmaci omeopatici, ma li utilizza, tra gli altri, insieme a cure tipicamente allopatiche, fitoterapiche, manipolazioni fisioterapiche che non hanno nulla a che fare com l'omeopatia. 


Ma tornando alla cura del corona virus con il rimedio omeopatico,  a tutt'oggi questo stesso "PIB" non è stato in grado di indicare un solo caso, uno solo, in cui il rimedio abbia dimostrato la sua efficacia e a nessun omeopata è venuto in mente di verificare come mai l'utilizzo di questo rimedio sia stato pubblicizzato negli ambienti dei guaritori alternativi, ma si taccia e nessuno sia interessato a conoscerne gli effetti o ad avviarne la sperimentazione.

 Pensate: o non serve a nulla, o serve a qualcosa. Se servisse a qualcosa, ci sarebbe almeno un istituto di ricerca che lo sta testando sulla popolazione, specialmente in occidente dove la pandemia è ben più forte. Invece, nulla. Quindi, non serve a nulla e, come al solito, si gioca ignobilmente sulla diffusione di notizie false e ingannevoli per finanziare questa pseudomedicina.

Con l'ovvio augurio che il virus causi meno vittime possibili, aspettiamo la fine dell'emergenza per verificare se i divulgatori di queste notizie divulgheranno anche i dati scientificamente raccolti circa l'efficacia della cura omeopatica. Noi ve la anticipiamo: come sempre, nessuna, ma sicuramente è stata in grado di ritardare cure più efficaci e si sarà dimostrata, come sempre, più un danno che un beneficio.